LQ: Che si dice sotto le stelle (Cinque o più) di questo “stato d’emergenza” infinito?

Unovaleuno: Non cambi mai, sei sempre il solito esagerato: è stato prorogato soltanto di due mesi o poco più, con una regolare votazione parlamentare.

LQ: E a te sembra normale che la sospensione dei diritti civili avvenga a colpi di maggioranza? Oggi con la scusa del Covid, e domani?

UvU: Il Covid 19 non è una “scusa”; è una pandemia che contagia e uccide centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.

LQ: Noi abbiamo già pagato il nostro contributo: 35.000 morti e la paralisi dell’economia che minaccia di fare danni ancora maggiori.

UvU: Senza lo stato d’emergenza e il lockdown sarebbe stato molto peggio.

LQ: Tu credi davvero che il lockdown sia servito a qualcosa? Come mai paesi che lo hanno applicato in maniera meno rigorosa e per minor tempo non hanno un rapporto morti/ricoverati/popolazione diverso dal nostro?

UvU: i giornali sono pieni di notizie terrificanti che vengono proprio dai paesi che hanno sottovalutato il problema e che oggi se ne pentono come gli Stati Uniti, il Brasile o la Svezia.

LQ: i giornali italiani hanno tutti adottato una linea di sostegno alle misure emergenziali che in alcuni casi ha assunto toni terroristici attraverso una indegna manipolazione dei dati, soprattutto nei titoli.

UvU: le cifre e i dati sono quelli che sono e il governo si è mosso in base alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico.

LQ: la pubblicazione dei verbali che il governo ha tentato di mantenere segreti dimostra che non è vero. Il CTS aveva consigliato di chiudere soltanto le regioni e le province dove i contagi avevano raggiunto livelli preoccupanti. La decisione di estendere il lockdown dalle Alpi al Lilibeo è stata una decisione politica di Conte, il quale poi ha proceduto a colpi di decreti sulla cui legittimità costituzionale io (e non soltanto io) esprimo qualche dubbio.

UvU: E’ un punto che è già stato chiarito. Non c’era il tempo di fare diversamente e comunque il parlamento ha sanato ogni anomalia. La verità è che voi liberali fate sempre obiezioni di principio che non tengono conto delle situazioni di emergenza.

LQ: I diritti delle persone non sono questioni marginali. E il danno economico che il Paese dovrà pagare in autunno con centinaia di migliaia di disoccupati si misurerà purtroppo con un aumento della povertà e delle disuguaglianze. Ma se il CTS aveva consigliato di non chiudere tutta l’Italia perchè, secondo te, il governo lo ha fatto? Per un principio di uguaglianza nella malattia? Uno malato, tutti malati, per solidarietà?

UvU: Sciocchezze: è stata una misura prudenziale, il contagio poteva espandersi anche al sud.

LQ: Ma non è avvenuto. Chiudi quando è necessario non prima. Mi domando: se Bergamo fosse stata in Sicilia credi che avrebbero chiuso tutto in Lombardia?

UvU: Il lockdown ha avuto una duplice funzione: quella precauzionale e anche una educativa. In un paese scarsamente disciplinato come il nostro dobbiamo prepararci a convivere con gli effetti sconvolgenti dell’emergenza climatica e di pandemie di cui abbiamo solo avuto un assaggio.

LQ: Finalmente: è la “decrescita felice”! Che però tanto felice non sembra.

UvU: Non scherzare: un’epoca è finita.

LQ: E dovremo rinunciare a qualche libertà, vero?

UvU: Già oggi le libertà democratiche nella loro formulazione ottocentesca rappresentano un’astrazione. Le masse sono diventate protagoniste senza intermediari perchè le nuove tecnologie digitali consentono livelli e modalità di partecipazione mai esistiti in precedenza.

LQ: Quindi non ho torto a ritenere che il Covid 19 abbia rappresentato per voi un’occasione da non perdere per sperimentare forme di controllo sociale da applicare anche in futuro a fronte di altre emergenze (per esempio ambientali).

UvU: In un certo senso sì.

LQ: E non credi, al di là di ogni disquisizione sui diritti inalienabili della persona, che questo rappresenti un rischio grave per la democrazia?

UvU: Dipende. Se il controllo politico resta aperto a tutti la democrazia cambia forma ma non sostanza. Naturalmente tutto dipende dall’informazione, dalle sue fonti, dai mezzi di comunicazione.

LQ: Appunto. E dalla manipolazione che se ne può fare anche attraverso i social o portali come il Rousseaux.

UvU: E ti pareva che non te la pigliavi con Rousseau, filosofo e portale?

LQ: A Rousseau noi liberali preferiamo sempre Tocqueville, Montesquieu, Locke e tutto ciò che ha portato alla concezione di “società aperta”. Ma non è il caso di cominciare una discussione di filosofia politica. Volevo soltanto conferma di alcuni miei sospetti. E l’ho avuta.