Chi ricorda Timpetil?
Era un libro per ragazzi che circolava tanti anni fa. La sua trama era incentrata su una piccola città in cui i genitori per punire i figli discoli decidono di fingere un abbandono che tuttavia si trasforma per circostanze imprevedibili in una lunga assenza. I ragazzi svegliatisi l’indomani si trovano a dovere fare i conti con una realtà che non conoscevano: distinguere i buoni (che si preoccupavano del benessere comune soprattutto dei più piccoli e deboli) dai cattivi (che approfittavano dell’assenza dei genitori per instaurare la legge brutale della violenza), fare funzionare i servizi essenziali, darsi delle regole, ecc. Il ritorno dei genitori interromperà un’esperienza che stava diventando drammatica perché, nel bene e nel male, le regole e chi le fa rispettare anche quando non piacciono sono necessarie.
Guardando i penosi balbettii del premier Conte nella conferenza stampa con Macron, i lavori parlamentari affidati all’imperizia di presidenti improvvisati (amorevolmente assistiti dai funzionari), gli annunci razzisti di Salvini immediatamente smentiti da Conte, i 500 profughi dell’Aquarius sballottati nel Mediterraneo mentre altre centinaia sbarcano tranquillamente a Pozzallo, il ministro dell’Economia presentare al Parlamento un DEF in cui dopo avere affermato che il “reddito di cittadinanza” sponsorizzato da Di Maio e la riforma pensionistica che sta tanto a cuore alla Lega sono in cima ai pensieri del governo, ribadisce tuttavia che il deficit non può essere aumentato e che gli odiati parametri europei vanno rigorosamente rispettati (come appunto sosteneva il suo predecessore Padoan), il ministro Di Maio ricevere i nuovi proprietari dell’Ilva per cercare soluzioni ragionevoli (come appunto già stava facendo Calenda prima di lui), mi è venuto in mente il ricordo di Timpetil.
Dilettanti allo sbaraglio i Cinque Stelle, professionisti della peggiore demagogia populista i seguaci di Salvini, assenti “genitori” sconsiderati e irresponsabili che hanno determinato questo caos. E siamo soltanto alle prime battute, non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, anche perché di un ritorno dei “genitori” nel nostro caso non c’è traccia.
Franco Chiarenza
20 giugno 2018
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